IL SALENTO CHE CAMMINA, ad esempio LECCE2019

L’essere salentini ci piace: il richiamo verso l’appartenenza alla terra, l’ammirazione verso le bellezze della natura che subiamo e quella verso il calore umano a cui diamo impulso soddisfano l’ego territoriale. La nostra terra ci rende orgogliosi, anche se ce lo hanno fatto scoprire i non-salentini con la loro spassionata voglia di diventarlo, anche se alcune cose non vanno, come in tutto il resto d’Italia d’altronde, ma altre pullulano di entusiasmo e giovinezza, di scene vivaci e di attivismo. Ed è inutile negare la sempreverde voglia disperata del ritorno, del mare, del cielo, della festa, dei sorrisi e del buongiorno per strada.

Poi, prima o poi arriva un tempo in cui tutto questo, probabilmente, non basta più, il tempo in cui la rendita della scoperta della bellezza sta esaurendosi e in quel tempo per restare, per voler ancora tornare e per vivere ci tocca fare, non parlare, ma FARE. Forse quel tempo è appena arrivato, o sta per svoltare l’angolo o è più vicino di quanto possa sembrare ed è un bene che lo sia. È un bene perché ogni spettacolo è fatto d’attori e quando arriva l’ora di entrare in scena per viverla inizia il vero godimento. Continua a leggere